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Un disegno intelligente - 1

Esordisco avvertendovi che per comodità mia, e vostra, questo argomento verrà trattato in diverse "puntate" perché di dimensioni davvero gargantuesche. (Scusate la scelta dei termini ma ho appena rivisto Kill Bill vol. 2).

Il primo nodo da scogliere è: perché ho deciso di parlarne? Il motivo sta nel fatto che nell’ultimo mese sono venuti alla luce diversi articoli riguardanti il dibattito tra neo-creazionisti e neo-darwinisti. In particolare due di questi, Le laiche ragioni di Harris pro disegno intelligente (Il Foglio – sabato 08 ottobre 2005 ) e I neodarwinisti devoti (e un disegno più intelligente di loro) di Marco Bersanelli (Tempi - num.41 del 06/10/2005), hanno risvegliato un argomento che mi è sempre stato molto a cuore.

Dato per scontato che la presenza di un disegno intelligente sottintenda anche la presenza di un’entità superiore che ha definito tale disegno, ciò che mi propongo non è portare prove di indiscutibile valore scientifico, ma almeno di fornire alcune ragionevoli evidenze dell’esistenza di un Dio nell’universo.E qui ho citato la lezione di Henry F. Schaefer III, The Big Bang, Stephen Hawking, and God (“I do not think we have indisputable scientific proof of the existence of God. But I am convinced that we do have, in the big bang understanding, some very good evidence for the existence of the transcendent God of the universe.”), che consiglio a chiunque di leggere e che comunque ritornerà spesso spesso nel trattare la teoria del Big Bang. Ma non voglio anticipare troppo le puntate che verranno.

Per introdurre il dibattito faccio riferimento in primis all’articolo di Bersanelli.
“Il dibattito sull'evoluzione si è surriscaldato con il lancio in grande stile negli Stati Uniti del movimento neo-creazionista chiamato "Intelligent Design", per gli amici Id. è sicuramente un passo avanti per il tradizionale mondo creazionista americano, finora dominato da gruppi fondamentalisti protestanti che pretendono di usare nelle scuole la Bibbia come testo scientifico di cosmologia e biologia, facendo la fortuna di chi mira a ridicolizzare la fede giudaico-cristiana nella creazione del mondo e dell'uomo. Quelli dell'Id invece sono scienziati seri, formati nelle migliori università Usa, ben attrezzati per alzare la qualità del dibattito. Un merito che tutti dovrebbero riconoscere.
Di riflesso sta crescendo la discussione a livello scientifico sulle teorie neo-darwiniste. Un fatto salutare. Perché se l'evoluzione biologica è un fatto supportato da innumerevoli evidenze fossili e genetiche, il "neo-darwinismo" è solo una teoria, non da tutti ritenuta soddisfacente, che cerca di spiegarne i meccanismi: scientificamente la questione è aperta. Ed è una teoria indebitamente esaltata per ragioni ideologiche. Lo stesso termine "neo-darwinismo" è diventato ambiguo, sinonimo di una posizione filosofica più che di una ipotesi scientifica, come documenta l'infelice intervento di James Watson sul Corriere della Sera del 29 settembre: «Uno dei doni più grandi che la scienza - e in particolare il darwinismo - ha fatto al mondo è la continua eliminazione del soprannaturale». è la stessa intransigenza dei vetero-creazionisti, questa volta al servizio del dogma materialista e scientista.”

Ma chi si riempie la bocca di frasi come “evoluzione della specie”, “selezione naturale”, etc. dovrebbe leggersi le parole di Lee Harris, pensatore laico americano, autore di “Civilization and Its Enemies” (Simon and Schuster) e collaboratore di Policy Review e del Wall Street Journal. Questi prima di tutto smentisce la pretesa di considerare Darwin come uno strenuo avversario della tradizione religiosa, in particolare giudaico-cristiana.
“Darwin era molto lontano dal voler liquidare la cristianità, ne voleva anzi l’espansione attraverso il mondo. Non commise l’errore di guardare alla religione come a un tentativo difettoso di giungere a conclusioni scientifiche attraverso premesse nonscientifiche. Era a conoscenza del cannibalismo, dei sacrifici umani, dell’infanticidio e della poligamia. Riconobbe che, anche se la rivelazione non fosse stata letteralmente vera, era un significato in grado di trasformare i selvaggi in uomini e donne civilizzati. Questo approccio sarebbe diventato il marchio di fabbrica del pragmatismo americano, così come è stato esposto da William James. Anche per James era abbastanza irrilevante che la
rivelazione fosse letteralmente vera. Ciò che era importante era l’effetto che questa verità rivelata aveva
avuto sugli individui e la comunità. Non sono ateo, ma nemmeno agnostico, penso che il più grande portato della cristianità sia stato l’aver plasmato il mondo con la più umana delle concezioni della libertà. E da laico spero che continui a farlo. Se non ci fosse, l’umanità avrebbe davanti un futuro disperato”.

Il problema oggi è che ci sono due campi opposti che non condividono un terreno comune: da un lato gli scienziati atei e materialisti che giudicano il disegno intelligente come un’illusione; dall’altro coloro che propongono che il disegno intelligente debba essere insegnato come una teoria scientifica.
“Ma attenzione. Alcune argomentazioni ID cercano le evidenze del "disegno intelligente", che guiderebbe l'evoluzione della complessità biologica, nelle lacune che affliggono le attuali teorie scientifiche. Ricordano un po' la posizione di Newton, che invocava l'azione divina per controbilanciare la forza di gravità che altrimenti avrebbe fatto collassare il sistema solare. Una nuova forma della vecchia tentazione di "dimostrare" Dio su base sperimentale. Ma come, il ruolo di Dio sarebbe quello di "tappare i buchi" lasciati dalla scienza? Forse che la forza di gravità, e le altre cose che la scienza in qualche modo "spiega", non vengono anch'esse da Dio? E poi, se i buchi si riempiono, Dio che fine fa? E soprattutto, chi siamo noi per giudicare come il Creatore avrebbe dovuto fare le cose? L'uomo razionale e libero non ha paura della libertà di Dio, non gli detta condizioni. Può invece ammirarne l'opera, anche grazie alla scienza, se non è offuscato dal pregiudizio.”

E queste non sono le parole di un teologo, ma di uno scienziato, un docente di astrofisica dell’Università di Milano.

[Puntata successiva]
 

Comments:
Molto interessante.

P.S. Ho contraccambiato il link. Ciao
# posted by Blogger S.R. Piccoli : 13/10/05 18:17
 
Grazie 1000!

A breve la seconda puntata...
# posted by Blogger gas : 13/10/05 23:04
 
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