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Cosa rimane dopo il 13 giugno

I media si sono già "dimenticati" del referendum. Lo scopo è far passare sotto silenzio la sconfitta.
Io invece voglio riprendere ancora il discorso, riportando l'ennesimo articolo letto su Tempi. Perché? Perché su nessun altro giornale si trovano così tante dimostrazioni di come si usa la ragione.


Cosa rimane dopo il 13 giugno di Emanuele Boffi

Dissenso laico. E' la vera novità del dibattito culturale di questi mesi, come ha fatto notare Giuliano Ferrara ad un Gad Lerner che col lumicino cercava voci di "dissenso cattolico". Cosa tiene legati il popperiano Marcello Pera, l'apocalittica Oriana Fallaci, il macroscopico ex embrione Giuliano Ferrara e l'allegra brigata del Foglio, il musulmano Magdi Allam, l'ebreo Giorgio Israel, il taoista Angelo Vescovi, il verde Michele Boato, il rifondarolo Fabio Cavallari, le femministe Eugenia Roccella e Nicoletta Tiliacos, e tutti gli altri "uomini e donne di buona volontà", usciti allo scoperto dalle più disparate storie e vicende umane che si possa immaginare? Un solo fattore: un uso corretto della ragione che non accetta di negare lo splendore dell'evidenza.
Il mondo di carta dei giornali. Quel pianeta che per mesi l'Unità, il Corriere della Sera, Repubblica, l'Espresso e tutti i grandi giornali hanno rappresentato, non esiste. Il "Sì" rosso delI'Unità, le scomuniche degli editoriali di Scalfari e le teorie neomalthusiane di Sartori, le cento belle faccine glamour dell'Espresso sono l'Italia che vive nei salotti dei coiffeur frequentati da Emma Bonino dove l'embrione è «un ricciolo di materia». Ma non sono il popolo del 12 e 13 giugno, popolo che la grande stampa ha ben evitato di raccontare, limitandosi a parlar d'altro: di ootide, di astensione (a leggere i loro editoriali pareva quasi che il referendum fosse sulla liceità del non voto anziché sulla legge 40), di aborto, di divorzio, di anima, di Coscioni, di viaggi della speranza all'estero, di interferenza del Papa re. Ma alla domanda cruciale - l'embrione è qualcosa o qualcuno? - si sono sempre sottratti, forse per scantonare una risposta troppo imbarazzante, o forse per evitare la grottesca faciloneria di un Carlo Flamigni secondo cui «l'embrione è "qualcosa", ma di molto importante». E adesso continueranno - hanno già iniziato - a divagare, a parlare di laicità dello Stato e di Vatican taleban, di atei devoti e teocon. E noi sempre lì a chieder loro conto delle astrusità di una scienza da Paracelso secondo cui "qualcosa" non può diventare per magia "qualcuno".
La sinistra radicalizzata. Dato atto al grande coraggio di Francesco Rutelli, rimane la delusione nel vedere il segretario di quel che fu il Pci, lamentarsi ancora la domenica del voto che «non sono stati inviati gli sms per avvisare che c'era il referendum». Dall'"Avanti popolo" al bip del cellulare, dalle magnifiche sorti progressive ai tecnologici rimedi per giustificare una sconfitta. La sinistra, perso il corpo dell'ideologia, ha venduto l'anima ai radicali pannelliani. Avanti così ne assorbiranno anche le percentuali microscopiche (diremmo "preembrionali") di votanti. Rimarrà un ootide di partito, piccino piccino che vive nella mente di chi lo pensa, ma non nella realtà.
Il non voto. I cattolici adulti e i presidenti custodi della Costituzione, imparino. La realtà vale più della loro coerenza e dei loro princìpi. Un plauso al comitato Scienza&Vita che, mentre Ferilli e Veronesi riempivano le pagine dei giornali loro giravano per l'Italia, dalla grande città al piccolo centro, muniti di powerpoint ed evidenze scientifiche, riempiendo sale comunali e parrocchie, spiegando alla massaia e all'avvocato, all'operaio e al sacrestano che la scienza mostra delle evidenze, i biofaustiani il loro ombelico.

Tratto da Tempi, 14.06.2005
 

Per chi ancora non è convinto

Per tutti coloro che ancora non sono convinti, per coloro che credono di aver lottato per nobili ideali nonostante la sconfitta...vi hanno imbrogliato! Tutto quello che avete sostenuto finora sono solo bugie. E per fortuna il 75% degli italiani lo ha capito, o meglio qualcuno sì, il resto per fortuna se ne è andato al mare.
Per chi ancora non è convinto, una voce autorevole per spiegarvi l'inganno.

Dall'intervento di Bruno Dallapiccola, uno dei più grandi genetisti del mondo, al convegno Fratello embrione, sorella verità a Firenze. Il presidente del comitato Scienza&Vita elenca e scoperchia, ad una ad una, le superstizioni scientifiche e le mistificazioni portate avanti dal fronte dei 4 sì al referendum sulla legge 40.

  1. La diagnosi preimpianto non è la tecnica ideale per il controllo delle malattie genetiche.
  2. Un documento scientifico statunitense, Benefits of steam cells to human patients, ha reso note le cure delle malattie rese posssibili dalla ricerca sulle cellule staminali adulte e quelle dalla ricerca sulle staminali embrionali. Le adulte curano oltre quaranta tipi diversi di patologie, le embrionali nessuna. Zero, none.
  3. Gli embrioni congelati e poi scongelati non sono più idonei alla ricerca.
  4. L'ootide, il pre-embrione e l'inizio della vita per convenzione sono un imbroglio. L'ootide linguistico ideato da Carlo Flamigni è una cellula uovo con due pronuclei, cioè un embrione. Lo stesso documento Warnock, senza nessun dubbio, stabiliva che la vita inizia nel momento del concepimento, salvo poi decidere a tavolino di farla iniziare al quattordicesimo giorno per far sbizzarrire la ricerca.

Per concludere, questa è la vera ricerca scientifica. La scienza consapevole dei propri limiti che vuole curare l'uomo, non costruirlo ed ucciderlo in laboratorio. La scienza che non promette elisir di eterna vita e giovinezza ma accetta l'umanità nelle sue differenze e imperfezioni.
 

La scienza è esperienza

Qualche giorno fa ho ricevuto una e-mail da una sconosciuta (vorrei tanto sapere come il mio indirizzo è finito in quella lista di sfortunati). La sconosciuta in questione si lanciava in una dissertazione su quanto sono ignoranti coloro che sostengono l'astensione per il referendum abrogativo della legge 40. Al ché io non ho potuto resistere e ho risposto con una e-mail feroce in cui le sbattevo in faccia la sua ignoranza in questioni su cui tanto "dottamente" argomentava.
Risultato: non si è più sentita. Spero proprio di averla convertita...

Scosso da questa traumatica esperienza, ho deciso di proseguire nella mia opera di dare la maggiore visibilità possibile a coloro che dicono cose intelligenti; proprio mentre corriamo il rischio di doverci sorbire un aumento delle boiate televisive (in RAI) di gente come Veronesi. Il famoso oncologo (ma non dovrebbe essere un medico?) ha prima avuto il coraggio di paragonare un embrione umano ad uno scimpanzé (vorrei sapare cosa ne pensa suo figlio, che probabilmente a questo punto sarà sugli alberi a mangiare banane...) e poi ha equiparato la morte per cause naturali, come l'aborto spontaneo, all'omicidio.
Queste sono le idee di coloro che vogliono più spazio per indottrinarci, aiuto!

Veniamo ora all'articolo: sono appunti dall'intervento del professor Augusto Pessina, biologo dell'Università degli Studi di Milano e vice presidente della Associazione Italiana Colture Cellulari (oltre che papà di un mio caro amico!), al convegno "Verso il referendum: oltre gli slogan per un confronto fra le ragioni", tenutosi il 30 maggio nell'aula magna della Statale.

Da biologo mi attengo ai fatti biologici, onde evitare le odierne manipolazioni teleguidate che conducono a conclusioni erronee. Pensate solo ai recenti esperimenti di clonazione umana mediante nuclear transfer. (...)
Dice Poincarè: «La scienza può farci conoscere i rapporti tra le cose, non le cose in quanto tali. Al di là di questi rapporti non c'è alcuna realtà conoscibile scientificamente. L'esperienza è la sola fonte di verità, essa sola ci può insegnare qualcosa di nuovo». Facendo esperienza, ogni uomo scopre due verità drammatiche: che sempre la vita inizia e poi finisce, e che questa vita c'è indipendentemente da sé. Cioè, appartiene alla categoria scientifica del "dato" (...)
Quello che sto dicendo non è di più di quanto un docente dovrebbe normalmente pretendere dai suoi studenti bocciati all'esame per meno delle sciocchezze riportate da giornali o riferite ad eminenti studiosi. Se una cellula nervosa non è un epatocita, pretendiamo che i nostri studenti lo sappiano. Pretendiamo quindi che, almeno i biologi (è troppo chiederlo ai giornalisti e forse ai medici?) non confondano cellule staminali con cellule embrionali! (...)
E la verità è che, allo stadio attuale della ricerca, non si possono isolare cellule considerate staminali da un embrione evitandone la morte per distruzione: ciò pone gravissimi problemi di ordine etico, legale, religioso e politico etc.
Inoltre, la scarsa conoscenza che ancora si ha dei processi cellulari pone, per l'uso delle embrionali, una serie di rischi più gravi e numerosi rispetto alle staminali somatiche. Ne cito due: il primo, il rischio di tumori, noto e documentato dal fatto che numerosi geni durante l'embriogenesi si ritrovano espressi ad alti livelli in numerosi tumori... Il secondo riguarda il fenomeno di disregolazione dei cosiddetti "imprinted genes": secondo alcuni studi questi geni regolerebbero la competizione tra gli interessi del genoma materno e quello paterno nello sviluppo dell'embrione stabilendo importanti condizioni per il nutrimento dell'embrione e del feto. A fronte di numerose anormalità, ci si è posti ulteriori interrogativi circa l'uso terapeutico di cellule embrionali che in vitro mostrano appunto questa disregolazione. (...)
La legge 40, pur migliorabile, regola quanto di meglio oggi la scienza può offrire per rispondere alle più gravi situazioni di sterilità della coppia e tutela nel contempo la dignità dell'embrione. Come ogni legge pone regole, a torto ritenute contrarie al progresso scientifico. (...) Ritengo anche che non ci possa essere progresso senza il rispetto e la tutela di ogni singolo uomo già vivente, anche se visibile solo al microscopio. Onestamente, ho poca fiducia in chi invoca grandi ideali della scienza per il bene dell'umanità e mi fido di più di chi sa lottare anche per la vita di un solo uomo.


Tratto da Tempi, 31.5.2005.