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You'll never walk alone

When you walk through a storm
Hold your head up high,
And don't be afraid of the dark.
At the end of a storm,
There's a golden sky,
And the sweet silver song of a lark.
Walk on through the wind,
Walk on through the rain,
Though your dreams be tossed and blown...
Walk on, walk on, with hope in your heart,
And you'll never walk alone,
You'll never walk alone.
Walk on, walk on, with hope in your heart,
And you'll never walk alone...
You'll never walk alone.
 

Cosa dice la scienza - Bugie staminali

Il momento del referendum per l'abrogazione della legge 40 si avvicina e quindi è ora che entri anch'io nell'accesso dibattito.
Ciò che più temo è che la totale mancanza di una corretta informazione, dovuta allo schierarsi di molte testate, porti ad una folle vittoria dei sì. Per questo motivo ritengo opportuno dare la maggiore visibilità possibile alle parole di coloro che mantengono una posizione ragionevole ed eticamente ineccepibile.
l'articolo che segue è stato pubblicato su Il Foglio ed è scritto da Angelo Vescovi, docente di biologia cellulare e direttore del Centro di ricerca sulle cellule staminali del S. Raffaele. Non si sta quindi parlando di un'attrice, un politico radicale o di un qualsiasi altro ciarlatano che l'Italia ha dovuto sopportare in televisione e sui giornali in queste settimane.
Vescovi spiega chiaramente l'attuale posizione della comunità scientifica internazionale rispetto alla ricerca sulle cellule staminali embrionali, smentendo così tutte le bugie ripetute fino alla nausea da chi ha voluto questo referendum.


Cosa dice la scienza - Bugie staminali di Angelo L. Vescovi (Il Foglio)

Una delle ragioni alla base dello scontro sulla legge che regolamenta la produzione di embrioni umani riguarda la possibilità di utilizzarli al fine di isolare cellule staminali embrionali pluripotenti. Essendo queste cellule in grado di produrre qualunque tipo di cellula matura dei tessuti del nostro organismo, esiste la possibilità che le cellule staminali embrionali possano essere utilizzate per lo sviluppo di numerose terapie rigenerative ad oggi incurabili, quali il diabete, il morbo di Alzheimer eccetera. Questa tesi è sicuramente logica e sostenibile fintanto che si accetti il fatto che si sta parlando di prospettive future e non di terapie già esistenti o in rapido divenire, e che si sta parlando di una delle numerose vie percorribili.
Purtroppo, il messaggio che incautamente viene trasmesso al grande pubblico e al legislatore è di ben altra natura e diametralmente opposto a quello che la realtà dei fatti ci propone.
Ci viene infatti spesso spiegato il contrario del vero, e cioè che le cellule staminali embrionali rappresentano se non l'unica (concetto che comunque in molti propongono), sicuramente la via migliore per lo sviluppo di terapie cellulari salvavita. Si allude spesso, nemmeno troppo velatamente, al fatto che le terapie a base di cellule staminali embrionali sarebbero addirittura già disponibili.
Non posso mancare di notare come un tale approccio è totalmente infondato e pone il cittadino, presto chiamato a decidere sulla validità della legge sulla fecondazione assistita, di fronte ad un dubbio dilaniante: lasciare morire milioni di persone o permettere l'uso degli embrioni umani per generare cellule salvavita? Ovviamente, in un contesto simile la natura dell'embrione umano viene stravolta, negata e banalizzata fino a renderlo un semplice 'grumo di cellule', qualcosa di sacrificabile ignorando gli enormi problemi etici che questo sacrificio solleva.
In realtà il sacrificio non è per nulla necessario.

Non ci sono terapie 'embrionali'
A dispetto di un oggettivo, significativo potenziale terapeutico, non esistono terapie, nemmeno sperimentali, che implichino l'impiego di cellule staminali embrionali. Non è attualmente possibile prevedere se e quando questo diverrà possibile, data la scarsa conoscenza dei meccanismi che regolano l'attività di queste cellule, che ci impediscono di produrre le cellule mature necessarie per i trapianti, e data la intrinseca tendenza delle staminali embrionali a produrre tumori.
Secondo, ma non meno importante, esistono numerose terapie salvavita che rappresentano realtà cliniche importanti, quali le cure per la leucemia, le grandi lesioni ossee, le grandi ustioni, il trapianto di cornea. Tutte queste si basano sull'utilizzo di cellule staminali adulte. Inoltre, sono in fase di avvio nuove sperimentazioni sul paziente che implicano l'utilizzo di cellule staminali cerebrali umane.
Terzo, le terapie cellulari per le malattie degenerative non si basano solo sul trapianto di cellule prodotte in laboratorio. Esistono tecniche altrettanto promettenti basate sull'attivazione delle cellule staminali nella loro sede di residenza. Saranno quindi le cellule del paziente stesso che si occuperanno di curare la malattia, una volta stimolate con opportuni farmaci. Ovviamente, trattandosi delle cellule staminali del paziente stesso, i problemi di rigetto che, ricordiamolo, possono esistere col trapianto di staminali sia embrionali che adulte, in questo caso non sussistono.
Quarto: la produzione di cellule staminali embrionali può avvenire senza passare attraverso la produzione di embrioni. Sono infatti in corso studi grazie ai quali è possibile deprogrammare le cellule adulte fino a renderle uguali alle staminali embrionali senza mai produrre embrioni. Si tratta di una procedura che ha la stessa probabilità di funzionare della clonazione umana, ma scevra da problemi etici e che produce cellule al riparo da rischi di rigetto.
Da quanto descritto sopra, emerge molto chiaramente la seguente conclusione: il dibattito riguardante la legge sulla fecondazione assistita deve avvenire in assenza delle pressioni emotive e psicologiche che, artatamente, vengono fatte scaturire dalla supposta inderogabile necessità di utilizzare gli embrioni umani per produrre cellule staminali embrionali che rappresenterebbero l'unica o la migliore via per la guarigione di molte malattie terribili e incurabili.
Questa affermazione è incauta non solo perché fondata su concetti facilmente questionabili ma anche in relazione all'esistenza di linee di ricerca, di sviluppo e di cure almeno altrettanto valide, molto più vicine alla messa in opera nella clinica corrente e prive di controindicazioni etiche. Il dibattito sulla legge deve quindi incentrarsi sugli aspetti relativi alla dignità dell'embrione e al suo riconoscimento come vita umana a tutti gli effetti.
In questo contesto, mi permetto di concludere che, nella mia scala di valori di laico e agnostico, il diritto alla vita dell'embrione precede inequivocabilmente il diritto alla procreazione.

Tratto da Il Foglio 22.1.2005


Per chi volesse approfondire la posizione più ragionevole, consiglio una visita a questo link: Tempi - Fecondazione artificiale.