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Distribuited Knowledge Management in B2B

Tralasciamo le tradizionali applicazioni che coniugano Semantic Web e P2P, come il Knowledge Management, perché vorrei parlarvi di una proposta innovativa trattata nel corso del progetto di cui ho parlato in Semantic P2P - Executive Summary. L’idea consiste nell’applicare le tecnologia sopra citate al B2B, in particolare ai marketplace.

Cos’è un marketpkace: è un luogo “concettuale” in cui si incontrano diversi soggetti per scambiare beni e servizi. L’obiettivo primario è aumentare l’efficienza delle transazioni, favorendo la trasparenza delle alternative e eliminando asimmetrie informative, e l’aggregazione delle esigenze per massimizzare il potere negoziale (in particolare nell’eProcurement).

I marketplace sono caratterizzati da due esigenze contrapposte:

  • Autonomia: perché sono composti da soggetti collettivi (buyer, seller) ma anche individuali (i singoli acquirenti) che fanno le cose in modo diverso perché hanno obiettivi diversi
  • Coordinamento: i partecipanti hanno l’esigenza di scambiare informazioni reciprocamente comprensibili.

Le esigenze di autonomia e coordinamento si esprimono a livelli diversi:

  • Connettività: ogni soggetto organizza le proprie informazioni in tecnologie fisicamente o sintatticamente inaccessibili agli altri.
  • Comunicazione: ogni soggetto chiama le cose in modo diverso o da significati diversi alle stesse cose.
  • Processi: ogni soggetto svolge le proprie attività in modo diverso (procedure negoziali, di certificazione, di aggregazione, di esecuzione della transazione).

Il primo problema viene risolto da Internet, le piattaforme di marketplace si propongono di risolvere gli altri due. In particolare i problemi di comunicazione vengono affrontati attraverso la standardizzazione dei cataloghi. I gestori dei marketplace forniscono un catalogo comune su cui si mappano gli utilizzatori; nel caso eProcurement, sul catalogo del sistema devono essere mappati i cataloghi fisici dei fornitori e i cataloghi “mentali” dei compratori. Tuttavia i cataloghi sono difficili da standardizzare a causa della soggettività delle persone e del fatto che i cataloghi hanno spesso obiettivi diversi.

Anche per quanto riguarda i processi il mondo B2B sta proponendo standard per la codifica dei processi secondo un unico modello (WSDL, DAML-S, …). In generale la standardizzazione pone dei limiti seri in termini di usabilità, manutenibilità, interoperabilità, dinamicità.

L’approccio distribuito invece non assume l’esistenza di un qualche ente centrale che standardizzi il significato e il modo di eseguire una transazione, ma solo la presenza di un ente che favorisca il coordinamento diretto tra i soggetti coinvolti. In particolare ogni soggetto gestisce il proprio catalogo secondo la sua soggettività ed i suoi obiettivi; mentre il sistema favorisce la traduzione automatica da un catalogo all’altro (gestione distribuita dei cataloghi) e l’aggregazione virtuale di gruppi di acquisto o vendita.

Il sistema funziona senza la presenza necessaria di una tecnologia (server/portale) e di un gestore centralizzati, ma ogni partecipante, come nel web, fornisce un “pezzo” di tecnologia e di gestione al sistema complessivo.

 

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