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La scienza è esperienza

Qualche giorno fa ho ricevuto una e-mail da una sconosciuta (vorrei tanto sapere come il mio indirizzo è finito in quella lista di sfortunati). La sconosciuta in questione si lanciava in una dissertazione su quanto sono ignoranti coloro che sostengono l'astensione per il referendum abrogativo della legge 40. Al ché io non ho potuto resistere e ho risposto con una e-mail feroce in cui le sbattevo in faccia la sua ignoranza in questioni su cui tanto "dottamente" argomentava.
Risultato: non si è più sentita. Spero proprio di averla convertita...

Scosso da questa traumatica esperienza, ho deciso di proseguire nella mia opera di dare la maggiore visibilità possibile a coloro che dicono cose intelligenti; proprio mentre corriamo il rischio di doverci sorbire un aumento delle boiate televisive (in RAI) di gente come Veronesi. Il famoso oncologo (ma non dovrebbe essere un medico?) ha prima avuto il coraggio di paragonare un embrione umano ad uno scimpanzé (vorrei sapare cosa ne pensa suo figlio, che probabilmente a questo punto sarà sugli alberi a mangiare banane...) e poi ha equiparato la morte per cause naturali, come l'aborto spontaneo, all'omicidio.
Queste sono le idee di coloro che vogliono più spazio per indottrinarci, aiuto!

Veniamo ora all'articolo: sono appunti dall'intervento del professor Augusto Pessina, biologo dell'Università degli Studi di Milano e vice presidente della Associazione Italiana Colture Cellulari (oltre che papà di un mio caro amico!), al convegno "Verso il referendum: oltre gli slogan per un confronto fra le ragioni", tenutosi il 30 maggio nell'aula magna della Statale.

Da biologo mi attengo ai fatti biologici, onde evitare le odierne manipolazioni teleguidate che conducono a conclusioni erronee. Pensate solo ai recenti esperimenti di clonazione umana mediante nuclear transfer. (...)
Dice Poincarè: «La scienza può farci conoscere i rapporti tra le cose, non le cose in quanto tali. Al di là di questi rapporti non c'è alcuna realtà conoscibile scientificamente. L'esperienza è la sola fonte di verità, essa sola ci può insegnare qualcosa di nuovo». Facendo esperienza, ogni uomo scopre due verità drammatiche: che sempre la vita inizia e poi finisce, e che questa vita c'è indipendentemente da sé. Cioè, appartiene alla categoria scientifica del "dato" (...)
Quello che sto dicendo non è di più di quanto un docente dovrebbe normalmente pretendere dai suoi studenti bocciati all'esame per meno delle sciocchezze riportate da giornali o riferite ad eminenti studiosi. Se una cellula nervosa non è un epatocita, pretendiamo che i nostri studenti lo sappiano. Pretendiamo quindi che, almeno i biologi (è troppo chiederlo ai giornalisti e forse ai medici?) non confondano cellule staminali con cellule embrionali! (...)
E la verità è che, allo stadio attuale della ricerca, non si possono isolare cellule considerate staminali da un embrione evitandone la morte per distruzione: ciò pone gravissimi problemi di ordine etico, legale, religioso e politico etc.
Inoltre, la scarsa conoscenza che ancora si ha dei processi cellulari pone, per l'uso delle embrionali, una serie di rischi più gravi e numerosi rispetto alle staminali somatiche. Ne cito due: il primo, il rischio di tumori, noto e documentato dal fatto che numerosi geni durante l'embriogenesi si ritrovano espressi ad alti livelli in numerosi tumori... Il secondo riguarda il fenomeno di disregolazione dei cosiddetti "imprinted genes": secondo alcuni studi questi geni regolerebbero la competizione tra gli interessi del genoma materno e quello paterno nello sviluppo dell'embrione stabilendo importanti condizioni per il nutrimento dell'embrione e del feto. A fronte di numerose anormalità, ci si è posti ulteriori interrogativi circa l'uso terapeutico di cellule embrionali che in vitro mostrano appunto questa disregolazione. (...)
La legge 40, pur migliorabile, regola quanto di meglio oggi la scienza può offrire per rispondere alle più gravi situazioni di sterilità della coppia e tutela nel contempo la dignità dell'embrione. Come ogni legge pone regole, a torto ritenute contrarie al progresso scientifico. (...) Ritengo anche che non ci possa essere progresso senza il rispetto e la tutela di ogni singolo uomo già vivente, anche se visibile solo al microscopio. Onestamente, ho poca fiducia in chi invoca grandi ideali della scienza per il bene dell'umanità e mi fido di più di chi sa lottare anche per la vita di un solo uomo.


Tratto da Tempi, 31.5.2005.
 

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